Venere e Adone

Il gruppo in porcellana raffigurante Venere e Adone riprende probabilmente una composizione di Massimiliano Soldani Benzi, da individuare nella più piccola delle due versioni ricordate nel settecentesco Inventario dei modelli della Manifattura di Doccia. È noto che nel 1744 il marchese Carlo Ginori, fondatore nel 1737 dell’omonima manifattura, acquistò da Ferdinando, figlio del Soldani, le forme in gesso impiegate nella bottega del padre per la realizzazione di bronzetti. La composizione qui presentata potrebbe essere pervenuta a Doccia in questa circostanza.

La scena rappresenta Venere seminuda che scopre l’amato Adone ferito mortalmente da un cinghiale. Riverso al suolo su una base rocciosa e con la gamba sinistra sanguinante, il cacciatore è accompagnato dal cane, che tenta di alleviargli il dolore, e da un erote piangente. 

Oltre alle traduzioni in porcellana di statue di grandi dimensioni, la Manifattura di Doccia realizzò numerosi gruppi di carattere narrativo, sia mitologico che religioso, tipici della produzione scultorea tardo barocca fiorentina. Molti esemplari, infatti, derivano prevalentemente da composizioni ideate per essere fuse in bronzo e destinate alla decorazione di tavoli e consoles.